Per un pugno
di iscritti
Con la firma a due del CCNL
ANINSEI-Confindustria si è persa,
in un contesto di non chiara legittimità
e con piena responsabilità della sola
UIL Scuola RUA, la possibilità,
forse irripetibile, di portare
le retribuzioni delle lavoratrici
e dei lavoratori che svolgono
la loro opera nelle istituzioni aderenti ad ANINSEI-Confindustria a livelli paritetici
a quelli dei migliori contratti di settore.
Già Segretario Nazionale CISL Scuola, è stato direttore del Centro di Formazione Professionale
L’idea di fare di tre CCNL un unico contratto delle scuole non statali ha attraversato e soprattutto condizionato almeno gli ultimi quattro rinnovi. Le ragioni del fallimento del progetto che, nella visione delle OO.SS., doveva unificare, rafforzare e stabilizzare un intero settore, quello dell’istruzione non statale, sono molte e quasi tutte riconducibili, in un primo tempo, alla volontà di una o più associazioni datoriali di mantenere sia la propria autonomia e natura identitaria, sia un ruolo centrale nelle inedite dinamiche interne ad un contratto unico e aggregante.
Le diverse identità delle associazioni di rappresentanza delle istituzioni educative e scolastiche non statali, unitamente alle non poche e complesse questioni tecniche, portarono le parti in causa a rinviare sine die il progetto, che le OO.SS. avevano abbozzato e proposto.
E così, da una prima visione aperta ed ecumenica della propria missione, le associazioni di rappresentanza delle scuole non statali tornarono al principio guicciardiniano, meno nobile e più terreno, del particulare, inteso a realizzare ed incrementare la propria capacità di agire a favore di se stesso. Una decisione presa in un contesto sociale, che già manifestava le prime e allarmanti avvisaglie di una pesante crisi economica dalla quale la Scuola non statale paritaria – soprattutto quella componente in grado di offrire un’offerta di alta qualità – sarebbe uscita drammaticamente ridimensionata.
Nell’arco temporale di pochi anni il numero degli iscritti si è ridotto di oltre un terzo, un numero significativo di istituzioni sia educative, sia scolastiche hanno attivato la procedura dei licenziamenti collettivi, della riduzione di personale, del trasferimento d’azienda, altre si sono orientate verso la discutibile e non sempre giustificata scelta di un contratto collettivo meno oneroso sotto il profilo del costo del lavoro. Il confronto con il sindacato, pertanto, si è progressivamente ed inesorabilmente portato sul terreno contrattuale.
Non a caso le due grandi associazioni di area cattolica hanno sollecitato tutte le OO.SS. ad impegnarsi per risolvere l’annosa questione dei divari contrattuali che sono all’origine di un devastante effetto dumping. Il CCNL ANINSEI-Confindustria, ad esempio, ha fatto registrare una significativa crescita di adesioni, i dati del CNEL lo certificano, da parte di istituti provenienti anche dall’area non laica per ragioni spesso riconducibili al solo contenimento dei costi generali e del costo del lavoro in particolare.
Il progetto di tre CCNL da ricondurre in un unico CCNL si è, pertanto, ripresentato nel rinnovo del 2024, come obiettivo imprescindibile di equilibrio e di equità di trattamento economico e normativo. Le OO.SS. FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA e SNALS-CONFSAL, nella piena consapevolezza del contesto, hanno elaborato, condiviso e sottoscritto la piattaforma unitaria per il rinnovo del CCNL ANINSEI-Confindustria 2024-2027, scaduto il 31 dicembre 2023, ed inviata lo scorso 8 aprile con l’obiettivo prioritario di adeguare progressivamente le retribuzioni del personale e il quadro normativo ai CCNL AGIDAE e FISM. La sola UIL Scuola RUA, sebbene avesse firmato la piattaforma unitaria, inaspettatamente (ma forse no) è venuta meno agli impegni unitari discussi, condivisi, assunti e soprattutto sottoscritti con le altre OO.SS., e ha firmato nel mese di luglio c.a., con l’Associazione ANINSEI-Confindustria, il CCNL 2024-2027, sulla base di una piattaforma i cui contenuti sono stati nascosti alle altre organizzazioni sindacali del settore. In fondo, con la firma del CCNL a due mani la UIL Scuola RUA e l’ANINSEI hanno raggiunto in pochi giorni un significativo obiettivo: hanno allontanato il pericolo che le altre organizzazioni sindacali, le altre, potessero sostenere la irrinunciabile necessità di dare a tutti i lavoratori del settore un medesimo trattamento economico e normativo. E così, con la firma a due del CCNL ANINSEI-Confindustria si è persa, in un contesto di non chiara legittimità e con piena responsabilità della sola UIL Scuola RUA, la possibilità, forse irripetibile, di portare le retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori che svolgono la loro opera nelle istituzioni aderenti ad ANINSEI-Confindustria a livelli paritetici a quelli dei migliori contratti di settore.
Si è persa, altrimenti, la possibilità di armonizzare con i CCNL AGIDAE e FISM la datata parte normativa del CCNL ANINSEI-Confindustria. Si è persa, scientemente per chi ha sottoscritto tale accordo, la possibilità di evitare, in un contesto di rinnovato dumping contrattuale, che i lavoratori e le lavoratrici, oggi inquadrati in CCNL di qualità superiore, siano portati su contratti di qualità più bassa. Eppure, la posizione espressa da ANINSEI-Confindustria era a tutti chiara già da lungo tempo. Nella lettera inviata a tutte le OO.SS. il 19 febbraio 2024 (prot. AA24-0035), a firma del neo-presidente Enrico Pizzoli, si ribadivano alcuni punti fermi soprattutto sul possibile rinnovo del CCNL. Nella lettera si legge che la disdetta del CCNL inviata dalle OO.SS. “era tardiva in quanto, ai sensi dell’art. 2 Parte prima del CCNL, doveva essere presentata entro il 30 giugno 2023 e quindi il CCNL doveva considerarsi prorogato fino al 31/12/2024”.
Rispetto alla composizione unitaria della delegazione sindacale al tavolo del rinnovo il neo-presidente, nella citata lettera, faceva presente che “il tavolo del rinnovo è costituito ai sensi del già citato art. 2, Parte prima, dalle parti firmatarie il CCNL da rinnovare e quindi i tempi e i modi di un confronto con la FLC CGIL non potranno, quanto meno in un primo momento, non seguire un percorso diverso, ancorché non si intenda condividere la piattaforma presentata dalle OO.SS. firmatarie”.
In ultimo, l’ANINSEI poneva un’ulteriore condizione per l’apertura del tavolo negoziale “come già precisato nelle riunioni del 16 ottobre e del 20 novembre 2023 è preliminarmente richiesto da ANINSEI – si legge nella citata lettera –, prima di aprire qualsiasi confronto per il rinnovo, la definizione dell’accordo sull’Osservatorio Nazionale e la definizione delle modifiche dello Statuto dell’EBINS che consentano la permanenza della ANINSEI nell’ente stesso”. Su questa ultima e poco chiara condizione va ricordato che la CISL Scuola e la FLC CGIL, in qualità di soci fondatori, hanno bocciato il bilancio consuntivo Ebins 2023, hanno chiesto l’accesso a tutti gli atti contabili e il rinnovo delle cariche apicali, passando per le dimissioni del Presidente e del Vice presidente.
La CISL Scuola, lo SNALS-CONFSAL e la stessa FLC CGIL hanno ritenuto offensive e quindi inaccettabili le condizioni poste dall’ANINSEI. La sola UIL Scuola RUA ha ritenuto condivisibili le condizioni poste dall’ANINSEI e ha rotto l’unità sindacale che mai, anche nei momenti più difficili della storia sindacale di questo settore, era stata messa in discussione. La posizione assunta dalla UIL Scuola RUA, forse dettata dalla facile opportunità di “fare qualche iscritto in più” in tempi brevi, tuttavia solleva una questione di non poca importanza sulla quale sarà opportuno un successivo approfondimento.
Il tema della rappresentatività dei soggetti sindacali che possono sottoscrivere un CCNL e quindi della legittimità del CCNL ANINSEI-Confindustria 2024-2027, sottoscritto dalla sola UIL Scuola RUA, è un argomento serio che coinvolge sia i livelli confederali delle OO.SS., sia la stessa Confindustria, firmatari di specifici e vincolanti protocolli d’intesa. Un ulteriore argomento di riflessione riguarda la presenza della UIL Scuola RUA ai tavoli unitari dei rinnovi dei CCNL FISM, AGIDAE Università e AGIDAE Scuola, relativamente al secondo biennio economico.