Sintesi
della relazione politica
Partendo dal contesto internazionale, funestato dall’emergenza bellica
e dalla necessità del rilancio del progetto europeo, la relazione muovendo verso temi caratteristici del panorama politico economico italiano (crescita, welfare e occupazione), approda su problematiche sindacali specifiche. Nell’imminente futuro, la firma del prossimo CCNL seguirà i principi della CISL Scuola: ancoraggio ai valori, libertà da ideologismi, perseguimento del massimo risultato
possibile con la contrattazione.

Segretaria Generale
CISL Scuola

L’ampia relazione che Ivana Barbacci ha svolto all’VIII Congresso della CISL Scuola, tenutosi a Trieste, dal 10 al 12 giugno 2025, ha toccato tutti i principali temi del dibattito politico sindacale, senza tralasciare gli elementi di contesto in cui si svolge l’assise congressuale. Richiamate, in apertura, le ragioni della scelta di Trieste quale sede del congresso, in quanto città più mitteleuropea tra quelle italiane, simbolo dell’incontro, ma talvolta anche dello scontro, tra diverse culture. Per il suo cosmopolitismo, oltre che per la cultura raffinata di cui è stata portatrice e generatrice, Trieste può costituire un riferimento particolarmente efficace in direzione di un possibile futuro di incontro e dialogo tra le nazioni europee. Gettando lo sguardo sulla situazione internazionale, la relazione ha ripreso la profetica intuizione di Papa Francesco sulla “guerra mondiale a pezzi” che si sta combattendo non solo in Ucraina e a Gaza, ma in diverse altre regioni del mondo.
Considerazioni di carattere geopolitico, ma anche di tipo economico, rendono necessario un maggior protagonismo dell’Europa, fondato su un modello economico capace di valorizzare le imprese e i territori e di riaffermare i valori della liberà, della democrazia e del welfare. Punto di riferimento prezioso, in anni quanto mai travagliati, è stato secondo la leader della CISL Scuola il pontificato di Papa Francesco, per la sua costante attenzione ai poveri e alle tensioni internazionali in atto. L’elezione del suo successore, a partire dalla scelta di un nome, Leone XIV, che riconduce a quello di un papa al cui magistero è particolarmente legata la dottrina sociale della Chiesa, vede nell’invocazione della pace con cui si è presentato al mondo un chiaro segno di continuità su questa irrinunciabile tematica.
Altrettanto importante in questi anni il ruolo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sta esercitando la propria funzione con equilibrio e saggezza, ampiamente riconosciuti anche sul piano internazionale. La situazione italiana – ha affermato Barbacci – è descritta dal rapporto CENSIS 2024 come caratterizzata dalla sindrome del galleggiamento, ossia senza crescita significativa, né cadute rovinose. Analisi, quest’ultima, confermata dai numeri del rapporto ISTAT 2024, che mette in rilievo che la crescita italiana del 2024 è stata inferiore a quelle di Francia e Spagna, e come persino l’aumento dell’occupazione, più volte rivendicato a proprio merito dal governo, sia almeno parzialmente riconducibile alla crisi demografica del Paese. Ma, soprattutto, le analisi economiche di questi enti mettono in rilievo che gli aumenti salariali fin qui realizzati non abbiano determinato il recupero del potere di acquisto perduto dalle classi lavoratrici negli ultimi anni, a causa dell’inflazione.
A questa situazione del mondo del lavoro va aggiunto, per valutare le concrete condizioni di vita del Paese, il deterioramento delle strutture di welfare, con particolare riferimento alla Sanità, laddove il fenomeno delle liste di attesa troppo lunghe, assieme all’insufficiente livello di presidio sanitario del territorio equivalgono al diniego del diritto costituzionale alla salute, ormai fruibile solo da parte di coloro che dispongono di risorse finanziarie proprie, da destinare a questo scopo. In questo contesto, l’attuazione dell’autonomia differenziata, in assenza di meccanismi compensativi, finirebbe per aggravare la situazione del Paese, accentuando le sperequazioni. Gravissimo, poi, l’eventuale coinvolgimento in tale processo del sistema d’istruzione: per la CISL Scuola formazione, reclutamento e retribuzione del personale non ammettono derive localistiche, mentre è indispensabile salvaguardare il carattere unitario e nazionale del sistema di istruzione pubblica, bene comune per eccellenza. No all’autonomia differenziata, quindi, ma certamente sì all’autonomia scolastica, da intendersi come legame diretto tra scuola e territorio e certamente sì all’apertura a un’ampia partecipazione delle comunità educanti ai processi formativi.
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Barbacci ha denunciato i nuovi centralismi che, in materia di istruzione, paradossalmente, avanzano, malgrado gli intenti di decentramento regionale, con invasioni di campo su competenze educative e formative che minano l'autonomia delle scuole. Per sostenere i processi di autonomia, afferma Barbacci, occorre ripensare gli organi collegiali, non già con l’intento di svuotarne i poteri, in nome di una malintesa semplificazione. La partecipazione è un atto di democrazia e corresponsabilità educativa e va, quindi, ricostruita un'alleanza vera con le famiglie. Con la stessa logica, debbono essere rivisti anche i poteri del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), rendendone più incisivi i pronunciamenti. Il personale scolastico, ha sottolineato la Segretaria Generale della CISL Scuola, è il vero motore del sistema educativo e la sua risorsa principale. La formazione continua è l'architrave della sua professionalità. È necessario, alla luce di ciò, un riconoscimento retributivo e sociale più giusto e adeguato, insieme a percorsi formativi di qualità che offrano anche opportunità di crescita e sviluppo professionale. Se, da un lato, è positivo che Il tempo della formazione sia stato inserito nelle ore contrattuali dedicate alle attività funzionali all’insegnamento, rendendone esplicita e formale la valenza strutturale, occorre tuttavia prevedere risorse dedicate e criteri di utilizzo definiti contrattualmente. Molto critica la valutazione sull’attuale modello del docente incentivato: troppo lunghi i percorsi previsti, insufficienti le risorse e troppo ristretta la platea dei docenti che hanno accesso a quella che è e rimane un’esigenza di sistema.
La CISL Scuola propone un'evoluzione del ruolo docente basata su due direttrici: un riconoscimento economico stabile e accessibile a tutti per la formazione continua e le competenze acquisite, e la valorizzazione del maggior impegno e delle funzioni assunte nell'ambito dell'autonomia scolastica, con un sistema flessibile di compiti e responsabilità. Assolutamente da valorizzare il ruolo e la funzione del personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (ATA). Il nuovo ordinamento contrattuale ha portato risultati positivi come l'accesso all'area delle Elevate Qualificazioni per gli assistenti amministrativi facenti funzioni superiori, l'individuazione di un nuovo profilo di operatore scolastico e la riattivazione delle posizioni economiche, cioè di una importante componente del salario accessorio, nell’ottica dell’aumento delle prestazioni fornite ai fini del miglioramento dei servizi scolastici.
La CISL Scuola, avvalendosi allora del contributo dell’ISPOS, aveva già rilevato, con un’indagine svoltasi in concomitanza col Congresso di Riccione del 2022, la crescita del disagio professionale del personale scolastico, nel suo complesso, senza distinzioni di profilo. Quel risultato è stato successivamente avvalorato da altre ricerche, le quali ne confermano le cause, riconducibili in sintesi:
a) a un carico di lavoro eccessivamente burocratizzato, di cui il personale avverte l’incoerenza con la vera natura didattica e educativa del lavoro scolastico, ma anche
b) alle difficoltà relazionali all’interno della comunità educativa, al minor apprezzamento sociale della Scuola, che trova riscontro in livelli retributivi non adeguati, per tutte le categorie professionali del settore, dall’area ATA alla Dirigenza.
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Quella scolastica è una condizione lavorativa complessa, determinata da più fattori e sulla quale occorre intervenire a tutto campo, anche con il ripensamento e l’aggiornamento di tutti i profili professionali.
Da qui l’idea di una nuova iniziativa di ricerca, realizzata in collaborazione con Tuttoscuola e la Fondazione Ezio Tarantelli, presentata nel corso del congresso, con l’intento di dare espressione alle categorie professionali del settore.
Fondamentale, ha sottolineato anche in questa occasione Ivana Barbacci, ripensare le modalità di reclutamento del personale docente, in quanto le attuali procedure, basate solo sul concorso e sull’abilitazione conseguita presso l’Università, si sono rivelate fin qui inadeguate rispetto alle esigenze del sistema scolastico, che registra in questi anni un massiccio turn over. Di qui la necessità di un canale parallelo, che valorizzi doverosamente l’esperienza accumulata in anni di lavoro precario da una quota rilevantissima del personale. Inevitabile nella relazione un riferimento al rinnovo contrattuale in corso. Le risorse stanziate in legge di bilancio per il triennio 2022/24 non sono certo sufficienti rispetto a un’emergenza salariale che è particolarmente avvertita anche nel settore scolastico.
Da qui l’impegno della CISL Scuola a chiedere, nella trattativa, il massimo sforzo del ministro e del governo per recuperare ulteriori risorse, non perdendo mai di vista l’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori a una conclusione positiva del negoziato, che aprirebbe le porte a quello del triennio successivo. Serietà e autonomia, ha ribadito la segretaria generale nella parte finale della relazione, sono la cifra specifica della CISL e della CISL Scuola nel concepire e praticare l’azione sindacale. Fedeli alla storia della CISL, di cui si è celebrato quest’anno il 75° anniversario della fondazione, avvenuta contro ogni pretesa di egemonia e di condizionamento politico del sindacato. Un metodo che da allora è stato sempre confermato: ancoraggio ai valori, libertà da ogni condizionamento ideologico, perseguimento del massimo risultato possibile, tramite la via contrattuale, per le lavoratrici e i lavoratori rappresentati.
