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MIGRAZIONI

• Mons. Pierpaolo Felicolo
   Mobilità umana,
   fra impegno sindacale ed ecclesiale


• Mauro Magatti   
   Le migrazioni
   tra democrazie aperte
   e società identitarie


• Ulderico Sbarra     
   Dal profondo

Mobilità umana,

fra impegno sindacale

ed ecclesiale
 

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 Direttore generale della Fondazione Migrantes 

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Accogliere, includere e promuovere

le persone migranti richiede

un approccio integrale che coinvolge istituzioni e politiche nazionali

e locali. L’integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana

nel sistema scolastico è un aspetto irrinunciabile per la promozione

e l’inclusione sociale. 

In quanto dinamica insieme economica, sociale e culturale, la mobilità umana è un fatto politico totale. Non solo: al pari della fede, è fra gli elementi più antichi che caratterizzano gli esseri umani. Proprio la fede ha spesso giocato un ruolo significativo nelle migrazioni: le comunità religiose hanno offerto sostegno e accoglienza alle persone migranti, e i valori di solidarietà e fraternità sono stati promossi attraverso esperienze di condivisione e incontro. In questo contesto, la mobilità umana diventa un terreno fertile per leggere i “segni” del nostro tempo. 

Il dialogo ecumenico e quello interreligioso sono di capitale importanza nell’ottica di un futuro in cui possiamo dirci realmente sorelle e fratelli tutti. «Un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce»(1).

 

Attraverso il dialogo possiamo superare pregiudizi e barriere, riconoscendo la nostra comune appartenenza alla famiglia umana. Sappiamo quanto il mondo, ancora oggi, abbia un disperato bisogno di pace e solidarietà: il dialogo tra diverse religioni può favorire la comprensione reciproca e la costruzione di ponti tra culture. Quando le religioni collaborano per affrontare questioni globali, come la povertà, l'ambiente e la pace, si apre la strada a un futuro più armonioso, equo e solidale. Ogni realtà di ispirazione cattolica può contribuire a formare cittadini aperti, rispettosi e capaci di coesistere pacificamente. 

La mobilità umana è un importante banco di prova per la fraternità. Conflitti armati, instabilità politica, crisi ambientali, persecuzioni e discriminazioni costringono milioni di persone ad abbandonare forzatamente le proprie case e a cercare rifugio altrove. È però importante notare che, sia a livello internazionale sia in Italia, l’ampia maggioranza dei flussi migratori è riconducibile a ragioni di tipo economico(2). Si tratta di persone – guai se le riducessimo a numeri! – che cercano una vita migliore, un’occupazione stabile e condizioni di vita più favorevoli rispetto a quelle del loro Paese di origine, per sé e per la propria famiglia. Le loro storie personali sono varie e spesso complesse: in una parola, uniche, perché riflettono la complessità delle motivazioni e delle sfide affrontate per cercare una vita migliore. «Persona e lavoro sono due parole che possono e devono stare insieme», ricordava papa Francesco incontrando i delegati della CISL nel 2017(3). «Perché se pensiamo e diciamo il lavoro senza la persona, il lavoro finisce per diventare qualcosa di disumano, che dimenticando le persone dimentica e smarrisce sé stesso. Ma se pensiamo la persona senza lavoro, diciamo qualcosa di parziale, di incompleto, perché la persona si realizza in pienezza quando diventa lavoratore, lavoratrice; perché l’individuo si fa persona quando si apre agli altri, alla vita sociale, quando fiorisce nel lavoro». 

Accogliere, proteggere, promuovere e includere le persone migranti richiede un approccio integrale che coinvolga istituzioni e politiche sia nazionali che locali. È necessario investire nell’accoglienza, creando programmi che forniscano informazioni chiare sui diritti, i servizi e le opportunità disponibili nel Paese in cui ci si è stabiliti; potenziare i corsi di lingua italiana, per un maggiore inserimento dei cittadini stranieri nel tessuto sociale; offrire orientamento su ambiti quotidiani di vita, come l’istruzione, l’occupazione, la salute e la cultura, puntando anche sulla formazione professionale, sulla semplificazione del processo di riconoscimento delle qualifiche e delle esperienze professionali acquisite all’estero e sull’accesso all’istruzione per le persone migranti di ogni età; sensibilizzare i datori di lavoro sull’importanza di una forza lavoro diversificata e promuovere l’autonomia economica delle persone migranti, sia con l’accesso al mondo del lavoro subordinato sia attraverso il micro-credito e il sostegno all’avvio di attività imprenditoriali. 

Non può mancare un’attenzione specifica alla salute mentale, con servizi di supporto psicologico per affrontare lo stress e la solitudine legati alla migrazione, consapevoli però che nulla è in grado di sostituire autentiche reti sociali e comunità di supporto; non da ultimo, è necessario fare di più per combattere le molte forme di discriminazione e xenofobia, sensibilizzando l’opinione pubblica sulla dignità umana inalienabile delle persone migranti e sulla reale fisionomia dei fenomeni migratori. 

D’altro canto, molto spesso si sottovaluta l’apporto che può venire dalla valorizzazione delle competenze delle persone migranti. Numerosi cittadini stranieri in Italia contribuiscono già in misura massiccia, e sovente in condizioni non degne, all’economia e al lavoro (pensiamo ai settori dell’agricoltura, della sanità, della ristorazione, dell’edilizia e dell’industria). Laddove è offerta loro l’opportunità di un impiego regolare, i cittadini stranieri contribuiscono al Pil italiano e pagano le tasse, sostenendo così le finanze nazionali; non pochi cittadini stranieri avviano imprese e creano posti di lavoro, anche per gli italiani; moltissimi stranieri lavorano come operatori sanitari e infermieri, ma soprattutto a loro sono affidate le persone e i luoghi fra i più preziosi che abbiamo: i nostri genitori, i nostri figli e le nostre case. Non dimentichiamo, poi, che artisti, scrittori, musicisti, registi e sportivi di origine straniera arricchiscono la cultura italiana, e con le loro opere e talenti contribuiscono alla diversità culturale. Infine, non mancano i migranti che si impegnano nel volontariato e nell'aiuto reciproco, prestando il loro tempo e le loro energie ad organizzazioni e reti di supporto, assistendo chi ne ha bisogno. 

Si comprende bene, perciò, quanto l'integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico sia un aspetto irrinunciabile nel cammino di promozione e inclusione sociale. Troppo spesso vi leggiamo soltanto gli aspetti più problematici, innegabili, ma creare classi in cui coesistono più gruppi culturali favorisce una positiva interazione e la comprensione reciproca tra bambini e ragazzi di origini diverse. Serve trasformare un dato di fatto in un valore: la scuola dovrebbe considerare preziose le differenti storie personali e biografie linguistiche degli alunni, arricchendosi delle loro esperienze. Per questo, però, è importante formare adeguatamente gli insegnanti e il personale scolastico sulla diversità culturale e sulle sfide che gli alunni con cittadinanza non italiana possono trovarsi ad affrontare: questo li aiuterà a creare un ambiente accogliente e inclusivo. Al tempo stesso, la scuola dovrebbe adottare misure atte a ridurre i tassi di abbandono scolastico tra i giovani con background migratorio, sia affidandosi a specifici programmi di tutoraggio e di supporto individuale sia coinvolgendo attivamente le famiglie di immigrati nel processo educativo dei loro figli. 

Siamo ben consapevoli del ruolo cruciale che la CISL – e il mondo sindacale in genere – ha svolto storicamente, e continua a svolgere, nel promuovere i diritti e il benessere di insegnanti e studenti, contribuendo a plasmare il sistema educativo italiano. Non sfugge l’attenzione per una dimensione formativa che guarda ai giovani e alle giovani, che accosta questo impegno sindacale alla dottrina sociale della Chiesa e, per ciò che riguarda la mobilità umana, alla missione della Fondazione Migrantes. 

(1) Francesco, Lett. enc. Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale, Assisi, 3 ottobre 2020, n. 8. 

(2) Cfr. Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, XXXII Rapporto Immigrazione 2023. Liberi di scegliere se migrare o restare, Tau editrice, Todi, 2023. 

(3) Francesco, Discorso ai delegati della Confederazione italiana sindacati lavoratori (CISL), Vaticano, 28 giugno 2017. 

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