professionalità docente
EDITORIALE
Il tema della professionalità docente, e dei modi con cui rendere possibile una sua valorizzazione, viene molto spesso affrontato sulla base di un presupposto che, ancora di recente, trova spazio in un servizio dedicato agli stipendi degli insegnanti – come sovente accade in concomitanza con l’avvio di un nuovo anno scolastico – da una qualificata rivista settimanale, "L’Espresso".
Accanto ai consueti confronti fra le retribuzioni italiane e quelle di altri Paesi, che a dire il vero non dicono molto di nuovo nel descrivere una situazione ben nota, si dà spazio alle considerazioni di autorevoli protagonisti del dibattito sulla scuola, come il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto, il quale ritiene che una delle ragioni del gap fra Italia e resto d’Europa consista nel fatto che la carriera del docente si sviluppa solo attraverso scatti di anzianità, dati indistintamente a tutti, quale che sia la qualità della loro prestazione professionale (“Puoi essere un genio o un cane, guadagnerai sempre la stessa cifra”).

NE PARLANO
Il gruppo sociale dei docenti sta assistendo a una differenziazione orizzontale della funzione che non porta però al riconoscimento
di uno sviluppo professionale oramai reclamato da più parti. Mettere ordine nella giungla delle figure
è estremamente difficile poiché ci troviamo di fronte a una cornice incoerente
e anacronistica.
L'esplorazione della professionalità docente è un fattore strategico per la qualità scolastica, tra riconoscimento, autonomia e nuove competenze.
Occorre integrare modalità formative tradizionali con dinamiche di sviluppo professionale che rispondano alle specificità dei contesti e alle esigenze
di crescita di ogni scuola.
Accanto all’insegnamento tradizionale,
si sono affermate figure di sistema impegnate in coordinamento, progettazione e innovazione. Già riconosciute in Europa, in Italia restano prive di inquadramento contrattuale. Servono percorsi strutturati, crediti formativi e professionali per valorizzare queste funzioni e rafforzare la qualità della scuola.
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Il contributo analizza
il “middle management”
come leva strategica per innovare
l’organizzazione scolastica
e valorizzare la professionalità
docente. Evidenzia il ruolo
delle leadership distribuite,
la necessità di policy nazionali
e la centralità di formazione
e riconoscimento dei “middle leader”.
La maggior complessità che caratterizza oggi la scuola ha reso improponibile la gestione diretta di tutte
le attività ad opera del solo dirigente.
Da tempo, si è fatto largo il concetto
di un suo affiancamento con altre figure professionali. Non si tratta, però,
solo di coadiuvare, di alleggerire,
ma di condividere, co-progettare,
operare in stretta sinergia di pensiero.
Sul tema della valorizzazione
professionale dei docenti, l’Atto di indirizzo politico del MIM per l’anno 2025,
con il riferimento all’Atto di indirizzo
del CCNL 2022-2024 del Comparto “Scuola”, dopo anni di navigazione
a vista, rappresenta un approdo
possibile e interessante.
Nella consapevolezza che abbiamo
ancora leghe da percorrere.