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Annamaria Iantaffi
   Protopia: un nuovo impegno quotidiano

    per i beni comuni globali

• Francesco Ottonello
  Maurice Ravel:
  150mo anniversario dalla nascita

 

Protopia:
un nuovo impegno quotidiano
per i beni comuni globali


 

“Protopia” è un testo che offre

una lucida diagnosi della policrisi,

e dei nemici delle risoluzioni

come la sfiduceria,

È anche una roadmap ambiziosa,

ottimistica e operosa per esortare

all'azione quotidiana, alla costruzione

di un futuro in cui l'umanità

e il pianeta possano fiorire insieme. 

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Giornalista pubblicista e componente

dell’Ufficio Stampa e Comunicazione

della CISL Scuola Nazionale

È molto ambizioso Protopia: un nuovo impegno quotidiano per i beni comuni globali, il saggio di Sandro Calvani, studioso di change management, e dell’ingegnere e sociologo Giuliano Rizzi, pubblicato nel 2025 dalla casa editrice romana Città Nuova, che offre una rassegna collettanea delle sfide globali attuali che

riguardano economia, scienza, ambiente, diritti umani e politica. Il volume vuole dare il suo contributo al raggiungimento del benessere diffuso, tipico di una prosperità generativa, attraverso un cambio di paradigma e l’adozione di un approccio di miglioramento continuo e pragmatico, contrapposto a visioni

utopiche o distopiche; è attraverso la realizzazione di azioni concrete e progressive che Protopia(1) offre possibili percorsi risolutivi.

Il saggio è introdotto da una prefazione del Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, fondatore della Grameen Bank e pioniere del social business. Yunus propone la sua visione di un “mondo a Tre Zeri”: zero povertà, zero disoccupazione e zero emissioni nette di carbonio. Egli stesso definisce la protopia come un insieme di “azioni non utopiche” che danno una spinta concreta alla realizzazione di questo mondo.

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La contemporaneità, affermano gli autori, è caratterizzata da “policrisi”, che già Edgar Morin e Anne Brigitte Kern avevano descritto come complesse interconnessioni sistemiche di problemi politici, ambientali, economici, tecnologici, sociali ed etici. L’approccio tradizionale alla loro risoluzione è inefficace, soprattutto per un fenomeno chiamato wreckonomics (economia dei relitti), tratto dal titolo di un libro del 2024 scritto da Ruben Andersson, antropologo dell’Università di Oxford, e David

Keen, studioso dei conflitti alla London School of Economics.

Secondo gli autori, la rete di interessi che continua ad alimentare contrasti senza fine in un mondo già "impantanato in conflitti infiniti di tutti contro tutti su tutto" è dovuta a uno stato di disfunzione funzionale, in cui le strategie apparentemente volte a risolvere problemi come il terrorismo, il traffico di droga e l’immigrazione irregolare servono in realtà solo a esacerbarli. Spesso, infatti, le modalità di risoluzione delle policrisi sono improprie, altre volte sono il frutto di dolo o malafede e conducono alla creazione di quella che gli autori chiamano “sala degli specchi” deformanti, che ne modificano la fisionomia affinché soggetti politici o privati possano usare i finanziamenti stanziati per la loro risoluzione, dirottandoli altrove o trovando altri modi per sfruttarli a loro vantaggio, come talvolta accade per la prassi del trattamento dei migranti.

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Il paradigma di risoluzione proposto da Calvani e Rizzi per superare le logiche distruttive del conflitto (mischia) e le rigidità (mosaico) è la “sinfonia”. La sinfonia suggerisce che strumenti diversi (parti della società e diverse culture) debbano contribuire "tutti in modo sintonizzato a una musica d’insieme" per costruire prosperità, pace e giustizia. È attraverso l’adozione di un pensiero olistico, nonché la coltivazione di una nuova forme di leadership “circolare e sapiente”, focalizzata sulla creazione di fiducia e sulla comprensione della specificità di ogni contesto, che si può tentare di risollevare le sorti globali, attraverso l’applicazione delle regole dello sviluppo sostenibile e della prosperità inclusiva. La Protopia rappresenta un “progresso incrementale a piccoli passi per un lungo periodo di tempo”, basato sulla sperimentazione continua e sul miglioramento tangibile.

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In un excursus storico e sociologico gli autori esaminano tre fasi della globalizzazione, evidenziando per gli ultimi decenni il peggioramento della crisi climatica e ambientale e l'aumento delle disuguaglianze economiche. Il grafico cosiddetto a "coppa di champagne", pubblicato nel 1992 nello Human Development Report dall’UNDP, ad esempio, induce gli autori a suggerire l’adozione di indici di sviluppo diversi dal PIL come l’Indice di Sviluppo Umano o il Coefficiente di Gini (ideato dall’italiano Corrado Gini per evidenziare le disparità sociali), il Genuine Progress Indicator o l’Happy Planet Index.

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Il libro discute anche l'evoluzione delle guerre e dei conflitti nell'era digitale, nonché la gestione delle frontiere, storicizzando il concetto di confine, e sottolineando l'importanza cruciale della responsabilità intergenerazionale. Viene fatta menzione anche dell’indice Women, Business and the Law, un parametro utilizzato per misurare la disparità tra uomo e donna sul piano dei diritti, che viene descritta come una disuguaglianza “particolarmente efferata e disumana”. Secondo i dati riportati per il 2022, ad esempio, l'indice ha registrato un punteggio medio mondiale pari a 77,1. Questo valore indica che, a livello globale, le donne godono in media solo del 77% dei diritti legali di cui godono gli uomini.

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Tra le prime misure da adottare, secondo Rizzi e Calvani, compare la revisione del potere di veto nel Consiglio di sicurezza dell’ONU da parte di ciascuno dei cinque membri permanenti, che gli infonderebbe un potere oligarchico e non sarebbe in grado di riflettere i cambiamenti geopolitici contemporanei, falsando i pesi ponderati dei Paesi emergenti o in via di sviluppo. In ambito politico, tra gli esempi di protopie in atto viene citato Partecipedia, un database globale che raccoglie esemplari di processi e innovazioni di democrazia partecipativa, essenziali per una trasformazione politica protopica.

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Il ruolo delle figure autorevoli, in particolare in ambito civile e religioso, è centrale per combattere quella che Calvani definisce “sfiduceria”(2). Il pensiero protopico si allinea ad esempio con l'esortazione di Papa Francesco ad "abbracciare senza timore la cultura dell’incontro", che si traduce in "amicizia sociale" e "amore politico" per creare "istituzioni più sane, ordinamenti più giusti, strutture più solidali".

In conclusione, Protopia è soprattutto una roadmap ottimistica e operosa che invita all'azione quotidiana ispirata dalla speranza, per costruire un futuro in cui l'umanità e il pianeta possano fiorire insieme.

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(1) Il termine protopia è un neologismo coniato dall'autrice di fantascienza Ursula K. Le Guin, ripreso e applicato all’innovazione sociale positiva da Kevin Kelly, cofondatore della rivista Wired, che ha diffuso il concetto nell’accezione della visione di "futuro migliore del presente ma non necessariamente perfetto".

(2) "L’industria e lo spaccio di sfiducia", la principale causa della paralisi nell'azione proattiva, risultando tossica e contagiosa, e rendendo difficile l'approvvigionamento di fiducia nelle relazioni quotidiane.

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