
• Elio Formosa
Il CCNL della Formazione Professionale
e i mattoncini Lego
• Mariagrazia Penna
Fondo Espero
e consenso consapevole
• Attilio Varengo
Il personale ATA:
una risorsa da valorizzare
STRUMENTI di LAVORO
Il CCNL
della Formazione Professionale
e i mattoncini Lego
Se le parti manterranno gli impegni
e non ci saranno fughe in avanti,
il CCNL sarà siglato entro la fine
del corrente anno. La parola conclusiva poi passerà ai livelli territoriali
delle organizzazioni sindacali firmatarie e al parere dei lavoratori.

Già Segretario Nazionale CISL Scuola,
è stato direttore del Centro di Formazione Professionale

Molti lavoratori chiedono da tempo alle OO.SS. perché la IeFP non ha rinnovato il suo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. È una domanda legittima, ovviamente, alla quale va data una risposta che, per lo spazio di questo intervento, non può essere del tutto esauriente.
​
In questo lungo lasso di tempo, il CCNL 2011-2013 è stato firmato quasi 12 anni fa, precisamente il giorno 8 giugno 2012, molto è cambiato e molto sta cambiando; è cambiata la IeFP, sempre più ancorata ai diversificati e inconciliabili modelli organizzativi regionali, e contestualmente è cambiato il mercato del lavoro e la sua legislazione.
​
Il Paese ha attraversato, non senza conseguenze, il difficile periodo di una perdurante e letale pandemia, una complessa crisi economica, una forte accelerazione dell’inflazione, che ha ridotto il potere di acquisto delle retribuzioni. Sul versante dell’occupazione giovanile, le iniziative politiche, spesso solo riconducibili a più o meno consistenti sgravi fiscali, non hanno prodotto risultati pari alle speranze sollevate. Il numero dei Neet è rimasto stabile sul livello nazionale e aumentato in ambito locale, soprattutto in quelle realtà territoriali dove la IeFP non è stata consapevolmente attenzionata dalle amministrazioni regionali.
​
In questo sconsolante quadro, il ruolo istituzionale e costituzionale della IeFP è stato ridisegnato, come in un quadro astratto, tanto da non essere più riconducibile o riconoscibile all’interno di una cornice unitaria. A pagare il conto, sempre più salato, è il nostro Meridione, ovvero i giovani cittadini di Regioni che, per scelte scellerate e incomprensibili, non offrono alcuna valida alternativa alla Scuola. E così oltre la scuola c’è solo la strada.
​
Il ritardo sul rinnovo del CCNL è figlio di questo contesto, è la conseguenza di una regionalizzazione delle opportunità e dei diritti civili e sociali che ancora attende una governance nazionale di regole certe e comuni, anche se non sono mancate, e non mancano, voci autorevoli che vanno in questa direzione, non ultima la stessa Conferenza delle Regioni.
​
In un quadro così disaggregato, incompiuto, frammentato e con una precaria sostenibilità economica, il diritto costituzionale e universale all’istruzione e alla formazione professionale è solo un limitato diritto territoriale. Le amministrazioni regionali hanno spesso elaborato e adottato sistemi di IeFP non solo tra loro incompatibili, ma soprattutto ininfluenti, se calati sui bisogni reali dei territori e delle persone che rappresentano.
​
Se visto da vicino, e con la dovuta attenzione, il modello politico-organizzativo, voluto dalla riforma costituzionale del 2001, si è progressivamente trasformato in una costruzione poco solida e soprattutto traballante. Pare un edificio messo su da mani inesperte, con i mattoncini Lego, diversi per colore e nel formato, incastrati senza un costrutto logico, uno sopra l’altro, alla “come viene, viene”. Non stupisce se a soffrire di più sono i settori strategici della sanità, dell’istruzione, della formazione e dei trasporti, solo per citarne alcuni.
​
Al CCNL della Formazione Professionale è toccato l’ingrato e complicato compito di mettere insieme i mattoncini Lego per dare al tutto una forma più stabile e uno scopo condiviso. Il nuovo CCNL della FP in generale, e della IeFP in particolare, è giunto, tuttavia e finalmente, dopo anni di indeterminatezza e preoccupazione, ad una sintesi, che è continuità e visione futura al tempo stesso.
Se le parti manterranno gli impegni e non ci saranno fughe in avanti, il CCNL sarà siglato entro la fine del corrente anno.
​
La normativa è stata adeguata al vigente quadro, con una forte spinta, giocoforza, verso il potenziamento dei Contratti Collettivi Regionali di secondo livello, da realizzarsi in tempi certi entro la rinnovata cornice nazionale; la decorrenza contrattuale sarà quadriennale, articolata su due bienni, normativi ed economici. L’impianto sull’orario di lavoro, da sempre uno tra gli argomenti centrali e più sentiti, rimane quello già sperimentato con il precedente CCNL, con il richiamo, esplicito e del tutto inedito, alle 22 ore settimanali di formazione diretta.
​
Il pacchetto delle ore connesse alle attività funzionali e di supporto è demandato, entro regole e riferimenti minimi nazionali, alla contrattazione di secondo livello. A partire dal primo biennio economico 2024-2025, fermo restando il pur sempre penalizzante e ostativo quadro delle risorse nazionali erogate ed investite, il CCNL tenta un primo difficile recupero sui livelli tabellari, confermando, altresì, gli scatti di progressione economica orizzontale individuale (Peoi), il 3% del fondo incentivi, l’1% da destinarsi alla previdenza complementare e prevedendo un importo annuo per l’accesso di tutti gli operatori all’assistenza sanitaria integrativa. Un ulteriore importo destinato al welfare contrattuale si aggiunge a quanto già erogato al medesimo titolo nel 2023/24 con l’accordo del febbraio 2023.
​
Le intese economiche, che riguardano il primo biennio economico 2024-25, devono essere tradotte in articolato e in tabelle condivise. La parte normativa, già condivisa, torna a confermare il ruolo politico e soprattutto identitario del CCN, ancora più necessaria ed essenziale in questo frangente che vede l’istruzione professionale, nel suo complesso e in ogni sua articolazione, sottoposta a una nuova e complessa fase di riforma e di sperimentazione.
​
Il CCNL impegna, altresì, le parti a rinnovare il secondo biennio economico 2026-27, aprendo il confronto in tempi utili.
Se entro il vigente mese di dicembre porteranno a termine positivamente la trattativa in corso, la parola conclusiva passerà ai livelli territoriali delle organizzazioni sindacali firmatarie e al parere dei lavoratori. Il compito dei dirigenti sindacali territoriali non sarà facile, ma fallire, rigettare quanto sin qui le parti hanno definito può significare una sola cosa: la fine della IeFP come settore nazionale delle politiche attive del lavoro e dell’istruzione.