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Introduzione
al Convegno

Potremmo portare innumerevoli esempi della dialettica dei valori
in gioco e d’altra parte gli insegnanti la constatano nelle classi ove si incontrano culture e micro-culture diverse con una differente modulazione di ciò che può essere considerato meritevole. È dunque
da indagare una connessione del concetto di Merito con aspetti
valoriali, etici e sociali? 

Dirigente scolastica e Segretaria Nazionale della CISL Scuola dal 2016

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Testo rivisto dall'autrice​



Al centro del nostro convegno è il concetto di Merito, l’intento è di sollecitare un dibattito per indagare diverse concezioni delle ragioni e dei valori richiamati.  
Ci si può chiedere tuttavia se sia davvero necessario approfondire un concetto che può persino apparire, ad un primo approccio, quasi banale e comunque di immediata comprensione, collocato sul piano dell’ovvietà. Come per i tanti che osservavano la mela newtoniana cadere, senza coglierne le implicazioni, alcuni infatti affermano che in fondo la scuola è sempre stata fondata sul merito.  È comunque esperienza comune ed abbastanza condivisa constatare che in gruppi professionali rileviamo il manifestarsi di differenti livelli di impegno e che altrettanto avviene se osserviamo gruppi di allievi a scuola.  


“Dovrebbe impegnarsi di più”, è talvolta la richiesta dei docenti.  
Tuttavia, ci chiediamo se la capacità di impegnarsi è risorsa immediatamente disponibile, meritorio esercizio di volontà in sé, oppure se c’è dell’altro. Argomento questo di non poco rilievo: senza la realizzazione delle possibilità e dei talenti nella realtà, senza l’esercizio della decisione e della responsabilità, senza indagare cioè il rapporto tra le possibilità personali e la loro realizzazione, tra diritto e dovere, si rischia di divenire, come avviene al protagonista dell’opera di Musil, un Uomo senza qualità. 


Un altro elemento che sembrerebbe lapalissiano è che il merito possa essere descritto e riconosciuto mediante apprezzamento diretto e che si traduca di per sé in una reputazione sociale professionale. Su questo assunto è stato costruito nel 2010 persino un progetto ministeriale – “Valorizza” – che molti ricorderanno accanto a VSQ “Valutazione per la qualità delle scuole”. Valorizza era un progetto sperimentale mirato a “individuare e premiare gli insegnanti che si distinguono per un generale e comprovato apprezzamento professionale all’interno di ciascuna scuola” 1.


















Si pensava di poter individuare docenti meritevoli mettendo insieme e confrontando l’opinione di famiglie e studenti (questi ultimi solo nel biennio finale delle superiori) con il parere di un Nucleo interno alla scuola.
Il MIUR aveva affidato all’Associazione TreeLLLe e alla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo il compito di redigere un Rapporto di ricerca sull’efficacia del metodo.
Gli esiti del progetto hanno evidenziato però tutta la criticità anche di questo apprezzamento olistico e dell’uso del principio reputazionale.
In realtà, se si approfondisce, se si va oltre l’uso nel linguaggio comune del temine Merito, ci si accorge che il concetto non è affatto banale, emergono alcune criticità e disconnessioni, alcune fratture, persino nella definizione del concetto in sé.


Il gabbiano Jonathan Livingston nel bestseller di Richard Bach vuole perfezionare il volo, migliorare se stesso mentre lo stormo lo guarda allibito perché il volo serve a procurarsi il cibo. Il Consiglio degli anziani non comprende il comportamento di Jonathan e, almeno nella prima parte del libro, lo allontana. Non lo ritiene meritevole dunque.
Per la famiglia di San Francesco, il comportamento del Santo difficilmente può essere ritenuto meritevole.

Potremmo portare innumerevoli esempi della dialettica dei valori in gioco e d’altra parte gli insegnanti la constatano nelle classi ove si incontrano culture e micro-culture diverse con una differente modulazione di ciò che può essere considerato meritevole. È dunque da indagare una connessione del concetto di Merito con aspetti valoriali, etici e sociali? 




La discussione si fa ancora più complessa quando la definizione del merito e delle modalità di rilevazione sono connesse ad un sistema di incentivi, con una saldatura tra le declinazioni del concetto di merito e meritocrazia.  
Il tema non è nuovo; aveva avuto larga eco in Italia già con la pubblicazione nel 2008 del testo di Abravanel, appunto Meritocrazia2. In quel testo che ha fortemente influenzato il dibattito pubblico ed anche decisioni legislative degli anni seguenti, si analizzava una certa refrattarietà della società italiana alla declinazione secondo merito e si avanzavano alcune proposte. 


Ma oggi, occorre chiederci se il temine meritocrazia, da alcuni definita come una selezione competitiva o graduatoria del merito, può avere una diversa formulazione, se la ricerca può offrirci una via pedagogicamente fondata per una definizione nuova e differente e una conseguente idea di società.  
In particolare, se guardiamo alla scuola ci chiediamo se vi siano accorgimenti e cautele da adottare, se vi siano elementi che “bloccano la scuola”, riprendendo il titolo di una recente saggio di Andrea Gavosto3. 


Pensiamo che il concetto di merito debba essere maneggiato con cura, guardando alla dimensione formativa. Come evitare il rischio di conformismo che potrebbe essere indotto, il rischio di promuovere la conservazione piuttosto che l’innovazione, come sostenere il ruolo così difficile dei docenti, valorizzare tutti i talenti e aiutare ognuno a scoprire se stesso, a dare risposta a bisogni personali, formativi e sociali?  


Come si vede, abbiamo dunque molte domande da porre, il tema del merito è affatto banale in una dialettica, per usare un’espressione di Luigino Bruni, tra Meritocratici e Merito-critici. Il merito è la leva su cui agire per obiettivi di uguaglianza o al contrario è il grimaldello per scardinarla? Non è solo una questione sul merito ma anche di metodo e il dibattito non può essere relegato tra gli specialisti ma radicato in una responsabilità collettiva che definisca un’idea di società che noi pensiamo inclusiva. 


Ecco perché abbiamo invitato il nostro Ministro e importanti esperti che hanno espresso posizioni articolate e di grande spessore sul concetto di Merito anche in relazione al contesto che più ci interessa e cioè quello formativo e chiediamo loro di aiutarci ad alimentare il dibattito e definire nuove prospettive e quadri di riferimento. Li ringraziamo moltissimo per aver accettato il nostro invito e siamo pronti ad ascoltarli con grande interesse. Siamo convinti, con Dacia Maraini4, che la scuola ci salverà.





1 http://www.treellle.org/rapporto-di-ricerca-integrale-sulla-sperimentazione-ministeriale-valorizza 

2 Roger Abravanel, Meritocrazia: Quattro proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro Paese più ricco e più giusto, Garzanti, 2008 
3 Andrea Gavosto, La scuola bloccata, Editori Laterza, 2022 
4 Dacia Maraini, La scuola ci salverà, Solferino Libri, 2021 

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