formazione
Qualcuno potrebbe chiedersi perché sia stata scelta, come tema centrale di questo numero di Scuola e Formazione web, proprio la parola “valutazione”. Uno dei più controversi e dibattuti, e non da oggi, nel mondo della scuola: che di valutazione in un certo senso vive, si potrebbe dire, visto che da sempre le si affida il compito di istruire, educare, formare, valutando poi il grado di raggiungimento degli obiettivi attesi, dal profitto al comportamento, da parte di alunne e alunni.
Peraltro, proprio su questo è in pieno svolgimento l’esame, in Parlamento, di una specifica proposta di legge, il che conferisce alla nostra scelta almeno il pregio dell’attualità. Su quella proposta abbiamo espresso, nel corso di un’audizione parlamentare, alcune considerazioni di merito, ponendone in premessa una di metodo che ritengo almeno altrettanto importante.
Abbiamo infatti sottolineato come non si stesse tenendo nel dovuto conto, ancora una volta, l’importanza di un attivo coinvolgimento del mondo della scuola nel legiferare su materie così delicate, sulle quali non andrebbero mai sottovalutati i contributi preziosi che possono venire dal pensiero pedagogico e dalle migliori esperienze didattiche. Contributi che, anche in questo numero della nostra rivista, sono sicuramente presenti, come potrà apprezzare chi ne scorre le pagine.
NE PARLANO
Un decreto ora in discussione
in Parlamento reintroduce nella scuola primaria i voti
invece dei giudizi descrittivi.
Per valutare il miglioramento dell’O.M. 172/2020 sono necessari monitoraggio
su organizzazione e didattica, ricerca scientifica
e coinvolgimento di scuole
e famiglie.
La disponibilità di dati
sugli esiti di apprendimento
e sul funzionamento del sistema scolastico non è di per sé
la soluzione dei problemi,
ma contribuisce ad individuare percorsi di miglioramento perché permette alle istituzioni di valutare scenari alternativi
e effettuare nuove scelte politiche.
Per la valutazione
delle competenze si richiede
una rivoluzione didattica, prima di tutto riferita all’insegnamento. C’è bisogno di poter rilevare
il comportamento degli studenti di fronte a prove sfidanti,
che si crei un ponte tra scuola
e vita, tra ambiente artificiale
e contesto reale.
La rilevanza della valutazione
è cresciuta con la maggiore scolarizzazione. Mentre nel ‘900 si segnalano progetti nati
dal dibattito interno ai sistemi educativi e orientati a scenari
di progresso sociale e culturale, le tendenze più recenti sono improntate a logiche produttivistiche e di marketing, con una sempre più tenue attenzione per gli scenari
di lungo periodo.
Se depotenziamo il SNV, aspettiamoci conseguenze sull’autonomia scolastica.
Con l’accantonamento del SNV basato su scelte autonome
e consapevoli corrispondenti
ai bisogni del contesto, fondato su autovalutazione-miglioramento e rendicontazione sociale, assistiamo a rigurgiti
di centralismo adempitivo.