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APPROFONDIAMO

Sabrina Boarelli
   Zerosei:
   l'isola che non c'è


 

Zerosei:
l'isola che
non c'è

Il sistema integrato zerosei è un processo di riforma che istituisce

i poli per l’infanzia, luoghi sperimentali di vita e di relazioni. Anche il capitolo del M4 del PNRR prevede un Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia, eppure, proprio nella Legge

di Bilancio 2023 si riduce per il prossimo triennio di circa 20 milioni

di euro il Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni, istituito con il decreto 65/2017.

Già direttore didattico e

dirigente tecnico con funzione di Dirigente USR Umbria. 

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27 gennaio 2014-24 febbraio 2022. L’intervallo temporale, nove anni, segna il percorso effettuato dal dibattito, dal confronto, dalla consultazione pubblica ed infine dall’emanazione di norme fondative del sistema integrato zerosei, un processo di riforma che, come ci ha insegnato, da “maestro”, Giancarlo Cerini, dovrebbe trasformarsi in una “ballata popolare”, cioè diventare una narrazione a più mani, ove anche gli ascoltatori possono diventare narratori, ove i ruoli si intrecciano e si scambiano, in una impresa corale, che viene dunque sentita come propria. 


Ripercorriamo le tappe. 
Nel mese di gennaio 2014 si rintraccia il primo atto ufficiale che sarà determinante per l’iter successivo: alcuni senatori presentano alla presidenza del Senato il disegno di legge n. 1260. Va però ricordato che già nel 2005 era stata presentata alla Camera dei deputati la proposta di legge di iniziativa popolare “Diritto delle bambine e dei bambini all'educazione e all'istruzione dalla nascita fino a sei anni” e che le politiche europee fin dalla fine degli anni ‘90 avevano rivolto particolare attenzione all’infanzia, alla conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro delle lavoratrici madri prima, e poi alla qualità dei servizi per l’infanzia universalmente accessibili (Obiettivi di Barcellona, 2002). È chiaro, quindi, come si fosse ormai compreso che investire sull’infanzia significasse investire sul futuro e sulle prospettive di sviluppo di un Paese e come le decisioni via via da assumere dovessero avere uno sguardo lungo per generare cambiamenti culturali, riconoscendo il ruolo educativo e sociale dei servizi per l’infanzia per promuovere il successo formativo di ciascun bambino e contrastare le disuguaglianze. 


Ritorniamo al disegno di legge n. 1260 del 2014: “Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento”. Il disegno di legge intendeva istituire un sistema integrato zerosei per garantire ai bambini il diritto ad avere pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali. Il DL, dopo varie discussioni in aula ed emendamenti, entrò nel più ampio DL 2994 del 2015 convertito poi nella L. 107/2015. “La Buona scuola”. 
Il sistema integrato zerosei, previsto dall’art. 1, commi 180 e 181, lettera e), sarà oggetto di uno degli 8 Decreti attuativi della Legge 107/15, il DLgs n. 65 entrato in vigore il 31 maggio 2017.  


Il decreto rappresenta una rivoluzione istituzionale ed educativo-sociale, sancendo il diritto all’educazione in ogni fase della crescita del bambino e il valore educativo dei servizi alla prima infanzia che devono essere equamente distribuiti su tutto il territorio italiano (nota dolente del nostro Paese!). Si illustra ed analizza il variegato contesto esistente in relazione all’offerta formativa rivolta a i bambini da zero a sei anni e la pluralità di situazioni che sulla base di scelte politiche dei vari soggetti pubblici e privati consentono la fruizione di diversificate opportunità formative.  


Si evidenziano i limiti e la complessità, ma si aprono squarci di opportunità e, una su tutte, si individua come particolarmente innovativa la costituzione di poli per l’infanzia. 
Ma che cosa sono i poli per l’infanzia? E come funzionano? I poli sono pensati come “luoghi” dove possono coesistere più strutture di educazione e istruzione per i bambini fino a sei anni di età (asili nido, scuole dell’infanzia, sezioni primavera, ma anche centri ludici per la prima infanzia, servizi per il tempo libero, spazi multifunzionali per famiglie, ...) accomunate da un medesimo percorso educativo nella logica della continuità e della condivisione di spazi, servizi, risorse professionali.  


Non sono dotati di autonomia scolastica né determinano una riforma ordinamentale, sono piuttosto luoghi sperimentali di vita e di relazioni. Sono luoghi ove è più facile realizzare il sistema integrato zerosei, quel sistema che, ricordiamolo, non è una nuova e diversa struttura educativa, ma che rappresenta l’evoluzione concettuale e culturale di un percorso legislativo che, pur mantenendo netta la distinzione tra le istituzioni per la prima e per la seconda infanzia, ne unifica le caratteristiche e le finalità sotto il profilo educativo, interpretando l’ambiente educativo e scolastico da 0 a 6 anni non come sommatoria di tipologie di offerta educativa e di istruzione, quanto un diverso ambiente di accoglienza, un ambiente aperto al territorio e alla comunità con cui stringere alleanze.  


Il 31 maggio 2017 segna dunque la nascita giuridica del sistema integrato zerosei, ma è anche l’inizio della sua concreta realizzazione? La risposta non poteva, e non può, essere del tutto positiva, perché forte era, ed è, la consapevolezza che quando si tratta di “rivoluzioni culturali” il sistema si realizza non “per norma” ma solo se matura all’interno di un processo, mentre lo si vive, mentre si sviluppa il progetto che lega e collega i vari elementi e li porta a sintesi. 


Ed allora è apparsa subito evidente la necessità di disegnare la cornice di senso per la progettualità e, partendo dall’analisi socioculturale del nostro tempo (una società in movimento), di definire la dimensione dell’educare, di condividere i valori fondativi, gli assunti pedagogici. Questo è stato il compito affidato alla Commissione nazionale istituita nel gennaio 2018 (più volte modificata) che nel mese di novembre 2021 ha consegnato al mondo della scuola, alla comunità educante, alla società tutta, il testo delle Linee Pedagogiche per lo zerosei che costituiscono l’anima del sistema integrato, rappresentando l’orizzonte culturale e pedagogico entro il quale vanno rintracciati i principi fondanti e colta l’idea di fondo, cioè quella di trovare convergenze e di condividere significati ed azioni, tendendo ad un unico fine: garantire alla prima e alla seconda infanzia un’offerta educativa di alta qualità, dove si intrecciano la cura e l’educazione per promuovere il pieno sviluppo delle potenzialità di ciascun bambino. 


Le Linee pedagogiche non sostituiscono le Indicazioni Nazionali 2012 né gli Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia, ma evidenziando gli elementi unificanti in essi contenuti, tracciano la via per l’elaborazione di un curriculo unitario che accompagni il cammino educativo in continuità e progressione, mettendo al centro il bambino con le sue capacità, esigenze, potenzialità, fragilità, unicità.  


24 febbraio 2022 - Il panorama pedagogico si arricchisce di un altro documento. Sono emanati gli “Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia”, dei quali si riporta il passaggio finale che appare sintesi efficace dell’intero processo avviatosi fin dal 2017: “... La prospettiva del sistema integrato zerosei propone un’idea di continuità che richiede una riflessione sull’interpretazione dei concetti di finalità e curricolo declinati in riferimento alla prima infanzia… Qui vengono riletti nella prospettiva della continuità, in coerenza con le Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei, invitando al confronto, alla sperimentazione e alla ricerca”. 

Ed ora?

Uno sguardo al PNRR. M4-Investimento 1.1: Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. L’intervento è pensato per migliorare l’offerta educativa sin dalla prima infanzia, per ridurre il divario rispetto agli standard europei, per contrastare povertà educativa e abbandono scolastico, contribuire alla riduzione dei divari territoriali. 


Ma anche in questo caso, si tratta di costruire edifici, sicuramente fondamentali, mentre invece alla comunità tutta spetta il compito di costruire cultura e alle istituzioni pubbliche, Stato centrale compreso, di investire risorse. Eppure, proprio nella Legge di Bilancio 2023 si riduce per il prossimo triennio di circa 20 milioni di euro il Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni, istituito con il decreto 65/2017 con la finalità di sostenere la progressiva attuazione del Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione.

 

Criticità e prospettive 
Rimangono aperti e non risolti, e forse difficilmente risolvibili, i nodi rappresentati dalle differenze esistenti fra la pluralità delle strutture educative che costituiscono il sistema zerosei: soggetti pubblici e privati, Stato, Enti Locali che li gestiscono, tempi e modalità di funzionamento, formazione iniziale e stato giuridico del personale, ordinamenti, documenti programmatici che orientano l’azione educativa, ... 


Ricomporre le differenze e portare ad un’affettiva sintesi di sistema sarà il compito consegnato ai soggetti politici che dovranno garantire l’attuazione e l’implementazione della riforma, ma spetterà, ancora una volta, ai professionisti (educatori, docenti, dirigenti, ...) che operano all’interno dei servizi per l’infanzia assumere una visione comune, condividere finalità pedagogiche e approcci educativi, sperimentare all’interno dei propri contesti un impianto progettuale unitario e in continuità con il successivo percorso scolastico. 


Ma allora... il sistema zerosei esiste? O è solo un’isola che non c’è aldilà delle visioni, delle intenzioni, delle aspettative, delle norme? Ma l’isola che non c’è porta con sé i sogni, la speranza, il guardare oltre l’esistente, la possibilità di pensare e realizzare un mondo migliore. E allora il sistema zerosei è un’isola che c’è, ma che affiora e scompare, come un iceberg, e che dunque, per esistere, ha bisogno di essere consolidata, sostenuta, popolata, cantata come una “ballata popolare”.   

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