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 Carlo Marconi
   Scrivere per e con     gli allievi


 

Scrivere per e con gli allievi

Carlo Marconi

Maestro di scuola primaria e scrittore


Intervista a Carlo Marconi

 

Livornese di origine, Carlo Marconi vive a Pavia dove lavora come maestro in una scuola primaria. Oltre all’insegnamento si dedica alla scrittura creativa: ama i giochi di parole, la rima, la filastrocca, la poesia e cerca di trasmettere questa passione ai suoi scolari. 
Ha ideato progetti e laboratori per l’infanzia su temi come la cultura della legalità e l’integrazione. Dal confronto con i suoi alunni sono nati “Lo Stato siamo Noi” (Emme Edizioni) e “Di qua e di là dal mare. Filastrocche migranti” (Edizioni Gruppo Abele). 
Recentemente ha scritto “Poesie del camminare”, pubblicato da Edizioni Lapis. 
Il libro ha ottenuto riconoscimento importanti: è entrato a far parte del prestigioso catalogo "White Ravens 2022" dell'International Youth Library, è stato selezionato dalla Giuria del Premio Campiello Junior 2022 ed ha vinto il Premio Poesia “Gianni Cerioli” Letteratura Ragazzi di Cento 2022.

 

Carlo, come nascono la tua passione per la poesia e la tua vocazione per la scrittura? 


Non saprei dire quando nasce la mia vocazione per la scrittura poetica. Posso raccontare, invece, che il mio primo libro di filastrocche nasce per caso: dall’idea di studiare in classe i Principi Fondamentali della Costituzione. Io e i miei alunni di quella Quinta, una classe che ho avuto più di dieci anni fa, abbiamo tentato di riscrivere quei primi 12 articoli usando le rime e ci siamo accorti che questa operazione ci permetteva di capire meglio. Ne è nato un lavoro scritto a 26 mani, un piccolo gesto di affetto nei confronti della Legge Fondamentale del nostro Stato, che successivamente si è trasformato in un libro vero e proprio, in carta e inchiostro, da acquistare nelle librerie. “Lo Stato siamo Noi” è nato così.

 

Sei molto impegnato con incontri nelle scuole per spiegare ai bambini la Costituzione, per raccontare loro com’è nata. Quanto è importante affrontare tematiche civili con gli alunni della scuola primaria e narrare loro questa storia recente? 


In tempi in cui la testimonianza diretta dei protagonisti di quelle vicende va spegnendosi, in un’epoca, come la nostra, in cui ci si imbarazza a parlare di dittatura e di antifascismo, ritengo sia fondamentale e urgente. 
È una Storia, quella dello scorso secolo, che nei sussidiari della scuola primaria non compare più e dalla quale si tende a rimanere a distanza. 
Ma è una Storia che vale ancora la pena di raccontare, una Storia da tenere viva. E vale la pena raccontarla proprio ai piccoli, che hanno il pregio di riuscire ad accogliere le cose con quell’entusiasmo vivo da cui scaturiscono le passioni più sincere e autentiche. È un viaggio alle radici della nostra democrazia necessario per maturare la consapevolezza di chi siamo e da dove proveniamo.

 

Nel libro “Di qua e di là dal mare”, pubblicato da Edizioni Gruppo Abele, affronti il tema delle migrazioni. Come nasce questo lavoro? 


Anche questo libro nasce, in un certo senso, a scuola, all’indomani della grande tragedia avvenuta nel Mar Mediterraneo il 3 ottobre 2013. I miei alunni rimasero molto impressionati da quella vicenda e desiderarono parlarne. Ne parlammo a lungo e ci mettemmo a studiare, cercando di capire le ragioni che portano le persone a spostarsi, a migrare. Dalle idee emerse nel corso delle nostre conversazioni e dalle riflessioni che ne sono scaturite, sono nate le Filastrocche Migranti.

 

Il libro è caratterizzato da spunti che richiamano l’idea dell’accoglienza: “nel mondo c’è posto per tutti” recita il verso di una filastrocca. 

Quando ci si accosta al tema delle migrazioni ci si dimentica che partire, muoversi, cercare un luogo dove stabilirsi è da sempre un’esperienza comune a tutti gli uomini, è agire imprescindibile dell’essere umano. Siamo tutti migranti. Forse è necessario prenderne coscienza per cominciare e decostruire quegli stereotipi che sono alla base di sentimenti xenofobi, di comportamenti inospitali e intransigenti, di atteggiamenti razzisti. Le filastrocche del libro hanno l’ingenua pretesa di tenere viva dentro il lettore la capacità di indignarsi di fronte alle ingiustizie e cercano di porre l’accento sul valore della diversità.

 

Con le “Poesie del camminare” volti pagine e abbandoni i grandi temi civili. 


Le “Poesie del camminare” nascono in epoca di pandemia. Il cammino è metafora della vita e queste poesie sono un invito a mettersi in viaggio alla scoperta dei sentimenti che abitano il nostro animo. Sono filastrocche fatte di passi, di battiti del cuore, di gocce di sudore; sono versi che invitano a sostare, a guardare le tracce, le impronte che abbiamo lasciato sul terreno per tentare di capire chi siamo e poi ripartire con una nuova consapevolezza e volgere lo sguardo verso il futuro.

 

In conclusione, che cos’è per te la scrittura? 


La scrittura è il tentativo di dare risposte alle grandi domande esistenziali e alle piccole domande della quotidianità; sono le domande che mi pongono i miei alunni e che io pongo a me stesso. La scrittura è la ricerca di chiavi di lettura che aiutino a interpretare il mondo; è il tentativo di fare chiarezza, di dare un ordine alle idee. La filastrocca, la poesia, le rime permettono di osservare la realtà di lato, di sbieco, senza prenderla di petto e aiutano a esprimere con leggerezza ciò che è difficile da dire perché pesante, difficile e a volte doloroso. 
La scrittura, quindi, mi aiuta a mettere ordine dentro alla mia testa, per riuscire a disporre di nuovo fatti, esperienze e realtà in un disordine a me chiaro e comprensibile. 

L’intervista all’autore livornese Carlo Marconi rivela che il suo primo libro

di filastrocche è nato studiando la Costituzione con i suoi alunni di Quinta, più di dieci anni fa:

“Abbiamo tentato di riscrivere quei primi 12 articoli usando le rime”, ricorda “e ci siamo accorti che

questa operazione ci permetteva

di capire meglio”.

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