inclusione
Il carattere inclusivo della nostra scuola affonda le sue radici nella Carta Costituzionale, in quel primo comma dell’art. 34 che recita: “La scuola è aperta a tutti!” monito e visione di un mondo futuro dei padri e madri costituenti che venivano dalla distruzione del tessuto civile del fascismo.
Per una scuola che fa della promozione della persona e dei suoi diritti il proprio fine, l’inclusione è uno dei connotati essenziali e irrinunciabili. Un percorso identitario che viene da lontano, e su cui prosegue il nostro impegno, a cui ci richiama l’EDITORIALE della nostra Segretaria Generale Ivana Barbacci.
Dopo Benessere, Valutazione, Formazione, la PAROLA che abbiamo scelto per chiudere questo secondo anno di Scuola e Formazione web è INCLUSIONE.
Nel 2023 abbiamo celebrato i cent’anni dalla nascita di don Lorenzo Milani, e lo abbiamo fatto sottolineando l’attualità di un messaggio e di una testimonianza ancora oggi fondamentali per chi crede che le politiche dell’istruzione e della formazione svolgano un ruolo determinante nell’affermare i diritti di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione.
Quello di Barbiana resta ancora oggi l’esempio più alto di una scuola che ha nella promozione della persona e dei suoi diritti il proprio fine: non la selezione, ma la valorizzazione dei talenti di ciascuno, con una priorità di attenzione a chi ha più bisogno, ai dimenticati, agli emarginati, agli ultimi. A quei “malati”, per usare la metafora usata dai ragazzi di Barbiana nella loro lettera a una professoressa, trascurati da ospedali paradossalmente intenti (ma perché così pensati e voluti) alla cura dei “sani”.
NE PARLANO
La storia dell’inclusione scolastica
degli alunni con disabilità (in Italia)
ha radici profonde ed è una storia
di progressi e di rivendicazioni,
ma anche di continui aggiustamenti
per garantire una scuola davvero
accessibile a tutti.
La scuola italiana è ancora
la più inclusiva del mondo?
Uno spettro si aggira per l'Europa:
l'inclusio-scetticismo, che ha risvolti
politici ma anche argomenti pedagogici.
A questo lento scivolamento regressivo
di una delle migliori qualità della nostra scuola si può opporre elficamente
la cosiddetta "cattedra inclusiva",
che diffonde la funzione del sostegno
nella normalità del fare scuola.
L’apprendimento della lingua italiana rappresenta la conditio “sine qua non”
per l’inclusione degli alunni provenienti
da contesti migratori.
Le istituzioni scolastiche possono
oggi creare percorsi di italiano L2 strutturali e sfruttare l’intelligenza artificiale,
concentrando e ottimizzando le risorse.
A fronte della mancata valorizzazione dell’intrinseco carattere inclusivo
della classe, si esplora come gestire
la diversità linguistica direttamente
al suo interno, con docenti di classe,
e come permettere a studenti
con background migratorio l’espressione
piena del proprio potenziale.
La scuola che ha successo
nell’inclusione dei suoi allievi
e, quindi, anche del soggetto con disabilità, è una scuola predisposta ad accettare
le necessità personali ma, soprattutto,
sa accogliere tutte le diversità e incontrare
i bisogni di ogni alunno, non avendo paura
di rinnovare la propria didattica.