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professionalità docente

Sulla valorizzazione professionale dei docenti
Dall'implicito all'esplicito
 

Sul tema della valorizzazione professionale dei docenti, l’Atto di indirizzo politico

del MIM per l’anno 2025, con il riferimento all’Atto di indirizzo del CCNL 2022-2024 del Comparto “Scuola”, dopo anni

di navigazione a vista, rappresenta

un approdo possibile e interessante.

Nella consapevolezza che abbiamo

ancora leghe da percorrere.

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Dirigente del MIM – Ufficio Valutazione

del Sistema Istruzione e Formazione

I cattivi esploratori pensano che non ci sia terra quando vedono solo mare(1).

 

Così è stato per la valorizzazione della professione docente. Eravamo oramai scoraggiati dalla pluriennale navigazione a vista quando è comparso, inatteso, un porto per l’approdo. Ci riferiamo all’Atto di indirizzo politico istituzionale, concernente l'individuazione delle priorità politiche del Ministero dell'istruzione per l'anno 2025(2). Le priorità, che ispireranno l’azione del Ministero per l’anno 2025 e per il triennio 2025-2027, sono dieci e la prima è la seguente: “Promuovere il miglioramento del sistema nazionale di istruzione e formazione attraverso la valorizzazione del personale della scuola”. Fino a qui, tutti converranno, nulla di nuovo, ma gli snodi cruciali delle situazioni complesse, che si trascinano da anni, non stanno alla luce delle dichiarazioni di principio bensì negli interstizi e nelle definizioni curiali.

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Così, per quanto riguarda la valorizzazione del personale docente, nell’Atto di indirizzo troviamo alcuni passaggi attesi fra cui: il riconoscimento economico; la riduzione del precariato; il reclutamento attraverso i concorsi per docenti, dirigenti, ATA; l’incremento del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa(3). Poi, ecco un passaggio inatteso: “Nel contesto della valorizzazione del personale docente, nello schema di Atto di indirizzo del CCNL 2022-2024 del Comparto “Scuola”, proposto al Dipartimento della funzione pubblica sin da luglio 2024, è previsto un rafforzamento della riforma del “docente stabilmente incentivato”, in particolare attraverso la valorizzazione prioritaria, grazie ad adeguate provviste finanziarie, delle figure professionali di supporto al piano dell’offerta formativa – quali tutor e orientatori, collaboratori del dirigente scolastico, compresi i responsabili di plesso e i responsabili di progetto – orientando i percorsi formativi allo svolgimento di tali funzioni di supporto e disciplinando la qualificazione necessaria delle menzionate figure in relazione ai compiti e alle funzioni attese. Tra i ruoli chiave vi sono i docenti tutor e i docenti orientatori, ma anche altre figure di supporto al piano dell’offerta formativa, come i collaboratori del dirigente scolastico, i responsabili di plesso e i responsabili di progetto. Tali ruoli, fondamentali per la gestione quotidiana delle scuole, vedranno riconosciuto il proprio contributo con incentivi mirati, da definire nell’ambito del rinnovo contrattuale(4)

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Stiamo parlando di figure professionali di supporto al Piano dell’offerta formativa, già presenti nello schema di atto di indirizzo del CCNL e, in buona parte, già presenti nell’organizzazione dell’offerta formativa delle Istituzioni scolastiche per cui, finalmente, si prevedono incentivi mirati da definire nell’ambito del rinnovo contrattuale con adeguate risorse finanziarie. Lo stesso Atto di indirizzo riporta, tra i ruoli chiave da tenere in considerazione, i tutor, gli orientatori, i collaboratori del dirigente scolastico, i responsabili di plesso, i responsabili di progetto. Inoltre esplicita che bisogna definire i ruoli in relazione ai compiti e alle funzioni al fine di intraprendere specifici percorsi di formazione e qualificazione.

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Rispetto alle molteplici sperimentazioni e ricerche sulla valorizzazione della professionalità docente che abbiamo visto nell’arco degli ultimi decenni, con dissipazione di risorse finanziarie e professionali, proprio in relazione alla mancanza di un quadro di riferimento, dobbiamo ammettere che l’Atto di indirizzo è un buon punto di approdo, consapevoli che abbiamo ancora leghe da percorrere. In merito al percorso da realizzare e alle insidie che ci aspettano, ecco una breve analisi sul non detto, anche se implicito. L’atto di indirizzo parla di “figure professionali di supporto al piano dell’offerta formativa”.

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Dunque il punto di riferimento ineludibile è il Piano Triennale dell’Offerta formativa, con una serie di implicazioni, normativamente previste, che possiamo iniziare ad esplicitare e su cui, oltre a creare consenso, bisognerà iniziare a costruire buone pratiche.

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PRIMA IMPLICAZIONE: LA CENTRALITA' DELLA COMUNITA' PROFESSIONALE

Infatti, “Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue component, il Piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico”(5).

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È questo un passaggio chiarificatore e rilevatore di una prospettiva su cui, probabilmente, non tutti concorderanno, ma è indubbio che riporta le decisioni all’interno della Comunità professionale che riprende vigore e senso. Infatti, il Piano prende le mosse dagli indirizzi del Dirigente scolastico, ma il punto di approdo per l’elaborazione, la discussione e la decisione finale, con formale deliberazione, è il Collegio docenti e, solo a seguito, il Consiglio di Istituto. In modo ancora più esplicito, negli ultimi anni abbiamo visto fiorire, anche in Italia, un filone di ricerca e formazione sulla leadership del Dirigente scolastico, definita in svariati modi(6), a volte attingendo a teorie improprie per la complessità dell’organizzazione scolastica e lo specifico della dirigenza scolastica(7).

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Ora, prendendo spunto dall’Atto di indirizzo, possiamo dire che la leadership nella scuola sta prioritariamente nella condivisione delle decisioni con la comunità professionale, per il semplice motivo che il valore di una scuola sta nei suoi docenti.

Da qui deriva la scelta politica di far in modo che le figure professionali siano condivise dalla Comunità professionale è necessaria e logica. È necessaria in quanto le decisioni del Dirigente senza condivisione con la Comunità professionale sono divisive e fallimentari; è logica in quanto se le figure professionali sono determinate esclusivamente dal Dirigente, nel momento in cui viene meno il suo incarico viene meno la fiducia nelle figure scelte, che non necessariamente deve essere corrisposta da un nuovo Dirigente. ​​​Da qui deriva che le figure professionali, opportunamente, non sono di supporto al Dirigente ma al Piano.

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SECONDA IMPLICAZIONE: LA CENTRALITA' DELL'AUTONOMIA SCOLASTICA

Infatti, “il Piano è documento fondamentale che esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia(8). L​a stessa norma parla di progettazione organizzativa, in cui indubbiamente rientrano le nuove figure professionali, che le singole scuole individuano in autonomia. Pertanto, possiamo immaginare che al Ministero spetterà la definizione del profilo professionale, della formazione e certificazione delle competenze così come degli “incentivi mirati, da definire nell’ambito del rinnovo contrattuale”, ma poi la decisione sulla loro valorizzazione nel singolo contesto scolastico spetterà alle scuole autonome.

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All’inverso, avremo docenti imposti alle Istituzioni scolastiche nonostante l’effettivo bisogno, mentre, come riporta l’Atto di indirizzo, “tali ruoli fondamentali” sono “per la gestione quotidiana delle scuole” che solo le scuole nella loro autonomia possono conoscere, definire e organizzare attraverso il Piano dell’offerta formativa. A differenza delle attuali figure di funzioni strumentali, è necessario prevedere un profilo professionale e un percorso formativo ad hoc e, sarebbe quanto mai opportuno, un portfolio delle competenze. Ancor prima, bisogna fare in modo che il loro ruolo sia riconosciuto, i compiti siano chiari e l’incentivo sia significativo, altrimenti rischiamo di ripetere gli errori che abbiamo visto proprio con le funzioni strumentali, oramai figure non più attrattive.

 

TERZA IMPLICAZIONE: LA CENTRALITA' DELLA PROGETTUALITA'

Infatti, “il Piano è documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche(9).​​ Intendiamo evidenziare che il Piano, per norma, è un progetto e le nuove figure a supporto del Piano pertanto sono a supporto del progetto della scuola. Dunque le Istituzioni scolastiche per l’identificazione e la definizione delle nuove figure professionali devono domandarsi innanzitutto cosa intendono realizzare con il progetto di miglioramento definito nel Piano. Ben sapendo che il Piano è per l’autonomia, che “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo(10).

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Dunque bisogna innanzitutto individuare delle “priorità” adeguate al contesto, mirate allo sviluppo della persona e al suo successo formativo. Per l’analisi del contesto e l’individuazione delle “priorità” abbiamo il Rapporto di autovalutazione che confluisce nel Piano di miglioramento che, per norma, non a caso, è parte integrante del PTOF. L’attenzione alla progettualità permette di fare in modo che le nuove figure professionali non siano una definizione astratta e avulsa, come abbiamo visto in alcune teorizzazioni, ma fortemente radicate nella realtà e nella contemporaneità. Anzi le stesse figure sono un progetto e pertanto sono parte integrante del Piano di Miglioramento interno al PTOF con delle priorità da perseguire, degli obiettivi da definire e dei risultati da rendicontare. Inoltre, se le nuove figure sono legate alla progettualità, dovrebbero avere un incarico triennale coerente con il Piano.

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Per quanto ci riguarda siamo convinti che qualunque qualifica a vita, senza verifiche e rendicontazione dei risultati perseguiti e effettivamente raggiunti, è destinata alla progressiva dequalificazione e marginalizzazione. ​All’inverso, incarichi triennali da verificare e confermare attivano dinamiche di miglioramento. Non da ultimo, l’Atto di indirizzo parla di “un rafforzamento della riforma del docente stabilmente incentivato” con riferimento alla formazione volontaria incentivata (FOVI) promossa dalla Scuola di alta formazione per l’istruzione (SAFI). Questo passaggio non è chiaro e soprattutto rischia di non essere sostenibile. Infatti, con riferimento alla FOVI, a normativa vigente, i docenti interessati al ruolo prefigurato dalle nuove figure professionali dovrebbero frequentare tre cicli triennali di formazione e, a seguito di valutazione positiva, solo dopo nove anni potrebbero essere qualificati e stabilmente incentivati con un assegno annuale ad personam che si sommerà al trattamento stipendiale.

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Crediamo sia facile da comprendere e da condividere che un sistema di valorizzazione professionale e di incentivazione che vede i suoi effetti dopo nove anni è insostenibile. Dentro questa cornice di riferimento, implicita nella stessa definizione delle “figure professionali di supporto al piano dell’offerta formativa”, con attenzione alla centralità della Comunità professionale, all’autonomia scolastica e alla progettualità, dopo anni di navigazione a vista, finalmente l’approdo diviene – oltre che possibile – interessante.

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(1) Francis Bacon: “Sono cattivi esploratori quelli che pensano che non ci sia terra se vedono solo mare”.

(2) Adottato con D.M. 4 febbraio 2025, n. 20.

(3) Cfr. Atto di indirizzo politico istituzionale, concernente l'individuazione delle priorità politiche del Ministero dell'istruzione e del merito per l'anno 2025, di cui al D.M. 4 febbraio 2025, n. 20, pp. 8 e 9.

(4) Ibidem p. 9

(5) Articolo 3, comma 4, D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275.

(6) Solo per brevità e come esemplificazione ci limitiamo a riportare: leadership distribuita; leadership democratica; leadership trasformazionale; leadership transazionale; leadership situazionale; leader-ship condivisa; leadership visionaria; leadership educativa; leadership per l’apprendimento; leadership adattiva…

(7) Articolo 25 del D.Lgs n. 165/2001.

(8) Articolo 3, comma 1, D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275.

(9) Ibidem.

(10) Articolo 1, comma 2, D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275.

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