ben-essere
Tra i molti e diversi i significati che il termine benessere può assumere, quello forse più immediatamente percepito evoca quanto il dizionario Treccani riporta – in realtà come seconda definizione – presentandocelo come sinonimo di prosperità e agiatezza. In senso individuale e collettivo, tanto da caratterizzare una corrente di pensiero economico che poneva il benessere generalizzato come proprio fondamentale obiettivo.
Il Welfare state, letteralmente “stato del benessere”, è giustamente considerata una delle più importanti conquiste di civiltà realizzate dalle società a ordinamento democratico. Le definiamo tali proprio perché assicurano ai cittadini, oltre alla libertà di espressione e di voto, una rete di servizi a garanzia dell’esercizio di diritti fondamentali come la salute e l’istruzione.
Consideriamo società del benessere quelle nelle quali si realizza in massimo grado la liberazione dal bisogno: cui segue, più o meno rapidamente, un’elevata e diffusa capacità di consumo. È il percorso che il nostro Paese ha seguito, a tappe progressivamente accelerate, nel secondo dopoguerra; e mentre si fa sempre più avvertito il rischio che il processo possa ora rallentare o addirittura arrestarsi, per larga parte del pianeta rimane tuttora un’aspirazione difficile da soddisfare.
NE PARLANO
La scuola deve garantire il Ben-essere ma anche educare
al Ben-essere, allo star bene
con se stessi e con gli altri,
insieme agli altri, coetanei
e di altre generazioni.
Una scuola dove si sta bene,
dove si va volentieri e si lavora
con piacere, dove l’alunno
è protagonista e il docente
è regista-facilitatore,
dove si condividono le conoscenze.
È la scuola che guarda
agli studenti per quello
che potranno essere,
aiutandoli a diventarlo.
L’architettura delle scuole, scatole modulari spoglie e sovraffollate, raramente rimanda a ricordi piacevoli. Le aule non sono però spazi scontati e immutabili:
vanno ripensate come adeguate all’intelligenza emotiva e creativa, relazionale e persino manuale
dei nostri studenti.
È noto, in particolare nelle realtà dove maggiore è il disagio sociale, che favorire l’occupazione
del tempo di bambine/i
e adolescenti in attività sportive, musicali, artistiche rappresenti
un validissimo deterrente
alla solitudine, alla droga, al fumo, all’alcool, alla dipendenza
dai presidi elettronici.
Ciò che darebbe maggiore vigore
a questi insegnamenti sarebbe
la possibilità di viverli nel corso della giornata scolastica.