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L'investimento
al cuore dell'economia

Le proposte politiche dell’economista romano si basano sul principio della “relazione”, includono le comunità energetiche rinnovabili, l’amministrazione condivisa, la partecipazione dei lavoratori e una misura di reddito di cittadinanza che valorizzi i rapporti ai fini

del reinserimento sociale e lavorativo.

Infine, si evidenzia l’urgenza di creare una “comunità educante digitale” per contrastare il “quasi monopolio” digitale che “avvelena i pozzi della partecipazione e della democrazia”.

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Professore Ordinario di Economia Politica

presso l’Università di Roma Tor Vergata

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L’economista Leonardo Becchetti introduce il proprio contributo al libro “Il Piano B. Uno spartito per rigenerare l’Italia” ponendo l’investimento come categoria fondamentale dell’agire economico.
Investire significa impegnare oggi risorse e costi, sia materiali sia immateriali, per ottenere un risultato superiore domani. Questo processo richiede disponibilità a rischiare e fiducia nel futuro.


Per costruire questa fiducia e capacità di investimento, è essenziale affrontare i punti deboli della società, in particolare un “drammatico analfabetismo relazionale di ritorno”. Becchetti sottolinea che l’intelligenza artificiale è “nulla senza l’intelligenza relazionale”, evidenziando come la capacità di interagire e cooperare sia fondamentale. Viene fortemente criticata la visione della vita come un “gioco a somma zero”, in cui le persone lottano per contendersi una fetta fissa di risorse.


Al contrario, si afferma che la vita è un “gioco a somma positiva”, dove la cooperazione genera un valore superiore (uno con uno fa più di due), come dimostrato dall’aumento della popolazione mondiale e dalla contemporanea crescita economica, che ha permesso di sostenere la crescita demografica. Nelle comunità digitali, l’ingresso di nuovi membri è un fattore di ricchezza, non di impoverimento, ma così è per tutta la comunità sociale. La diversità è, quindi, un fattore di ricchezza e di aumento del valore.


Nel contesto educativo, è cruciale superare la lezione frontale per favorire un apprendimento
esperienziale, che permetta ai giovani di sentirsi protagonisti e di scoprire personalmente il valore dei concetti. La felicità è strettamente legata alla “generatività”, intesa come la capacità di produrre e contribuire. Becchetti introduce tre metafore per descrivere i livelli di attivazione della generatività: il “divano” (indica la passività), la “sedia a dondolo” (indignazione senza azione) e il “cammino” (attivazione concreta). Le scuole dovrebbero diventare luoghi di attivazione per i giovani.


Per riformare l’economia, è necessario un cambiamento radicale nel concetto di persona, passando dall’“homo oeconomicus” (che cerca solo il consumo materiale) all’“uomo integrale”, i cui bisogni più profondi sono immateriali, come la qualità della vita relazionale, la generatività e la ricerca di senso. Le imprese devono essere più ambiziose, mirando non solo al profitto, ma anche all’impatto sociale e ambientale (ESG), e anche a promuovere la partecipazione dei lavoratori, elemento chiave per la loro soddisfazione, la produttività e la fedeltà aziendale.


Un “potere forte” e spesso sottovalutato è quello dei consumatori, esercitato attraverso il “voto col portafoglio”. Questo concetto implica che le scelte di acquisto dei cittadini possono influenzare il mercato e persino la politica.
Esempi recenti, come i casi di Chiara Ferragni e Elon Musk, dimostrano che la reputazione delle aziende e le decisioni politiche assunte dai loro leader possono avere un impatto diretto sul loro successo economico e persino sullo stato di salute della democrazia. Questo potere dovrebbe essere utilizzato non solo in momenti di crisi, ma costantemente, per promuovere valori legati alla dignità del lavoro, alla tutela dell’ambiente e alla qualità della scuola.


Il “Piano B” propone uno “spartito” come metafora per un orizzonte di senso che guidi l’opinione pubblica e le forze politiche, a differenza di un “partito” che chiude le possibilità. Riprendendo il modello della spiaggia di Hotelling (un modello che rappresenta la competizione nel mercato o in politica in condizione di duopolio e descrive la tendenza dei politici a convergere al centro), Becchetti afferma che oggi esistono “cinque spiagge” che rappresentano le diverse preferenze politiche su temi come 1) distribuzione del reddito, 2) migranti, 3) sicurezza, 4) clima e 5) diritti civili.


L’idea dello spartito è che i cittadini, non più passivi, dettino la “musica” che desiderano venga suonata. Vengono rifiutati tre “generi musicali” politici: populista, radical chic e ultraliberista, a favore di una “musica relazionale” basata su fraternità, generatività e felicità, con radici negli insegnamenti della “Rerum Novarum” e della “Fratelli tutti”.


Le proposte politiche concrete si basano sul principio della “relazione”, includendo le comunità energetiche rinnovabili, l’amministrazione condivisa, la partecipazione dei lavoratori e una misura di reddito di cittadinanza che valorizzi la relazione per il reinserimento sociale e lavorativo. Nella scuola, mentorship e orientamento sono visti come fondamentali.


Infine, si evidenzia l’urgenza di creare una “comunità educante digitale” per contrastare il “quasi monopolio” digitale che “avvelena i pozzi della partecipazione e della democrazia”. Becchetti invita infatti a costruire proprie comunità online e a utilizzare social più sani. È cruciale che i giovani imparino la storia e la politica anche nelle comunità virtuali, poiché molti crescono in un mondo dove “la storia non esiste più”.


L’intervento si chiude con l’appello a unire tutti i “generativi del mondo”.

 


NOTA: Il testo è frutto della trascrizione tramite AI dell’intervento del prof. Leonardo Becchetti in occasione del panel con la Segretaria Generale Ivana Barbacci e la prof.ssa Elena Granata.

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