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Il personale ATA: 

una risorsa da valorizzare 

Con la trattativa per il nuovo contratto, 
la CISL Scuola ha raggiunto risultati  
che valorizzano il personale ATA.  
Resta ancora molto da fare,  
ma la strada è finalmente tracciata  
e anche questi lavoratori potranno 
recitare un ruolo da protagonisti  
nella comunità educante.

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Segretaria Nazionale CISL Scuola

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Negli ultimi anni, non sono mancate le occasioni in cui il decisore politico e il legislatore hanno evidenziato più volte la necessità di introdurre processi fina-lizzati alla valorizzazione del personale della scuola. Ma l’attenzione è rimasta sempre focalizzata sul cosiddetto core della scuola, cioè sul personale insegnante, non andando mai a sfiorare il personale ATA.   Si tratta di un processo che ha origini molto lontane nel tempo: è sufficiente risalire, con poco sforzo di memoria, alla Legge 107/2015 (la c.d. Legge Renzi) per avere conferma della situazione. In tale dispositivo di legge, a fronte di necessari e cospicui fondi per la formazione del personale docente, nulla veniva previsto per quello tecnico, ausiliario ed amministrativo e tale personale veniva anche dimenticato per quanto riguarda l’attribuzione della card docente.  

 

Nel frattempo, però, le scuole si sono profondamente trasformate e al personale ATA, da un lato vengono richieste sempre maggiori competenze (sia tecniche che di relazione), mentre dall’altro agli uffici amministrativi/tecnici sono devoluti compiti e mansioni una volta spettanti anche ad altri soggetti (INPS, solo per esempio, ma anche Uffici Scolastici Provinciali, ecc.).  

 

Il nuovo CCNL, allora, ha rappresentato un’occasione unica, da non perdere, per poter finalmente invertire la rotta in termini di formazione, sia iniziale che in servizio, e di valorizzazione (anche in termini economici).  

 

Le parti che hanno sottoscritto l’attuale Ipotesi di CCNL 2019/2021 hanno ritenuto fondamentale ridisegnare i vecchi ordinamenti professionali del personale non docente, non più corrispondenti alle esigenze delle autonomie scolastiche, utilizzando, a tale scopo, anche gli oltre 36 milioni di euro messi a disposizione dalla legge di bilancio per il 2022.   L’operazione di aggiornamento ha riguardato tutti i profili: a partire da quello apicale dei Dsga, figura di fondamentale importanza nella gestione complessa delle scuole, per giungere a quello dei collaboratori scolastici, profilo sempre più delicato per le nuove incombenze e responsabilità.   Il nuovo CCNL, in coerenza con quanto contenuto anche nell’atto di indirizzo predisposto dal Ministro dell’Istruzione, ha disposto una forte valorizzazione economica per i Dsga (in termini di indennità di amministrazione parte fissa) determinando, a regime, incrementi della retribuzione che vanno da oltre il 6,5% a punte che superano il 7,4% (a fronte di un incremento medio del 4,2% del personale docente). Per evidenziare l’importanza del ruolo, il CCNL ha altresì di-sposto che, in caso di vacanza ovvero di assenza del titolare, la sostituzione possa essere effettuata esclusivamente da personale qualificato e già appartenente al medesimo profilo professionale.  

 

Per questo motivo i Dsga divengono funzionari a cui verranno attribuiti incarichi di elevate qualificazioni, vale a dire il governo amministrativo delle scuole. Il personale già Dsga all’atto della sottoscrizione definitiva del CCNL avrà la garanzia di un incarico fino al termine della propria attività lavorativa mentre agli altri funzionari, assunti tramite procedure concorsuali, gli incarichi verranno attribuiti attraverso apposite procedure oggetto di confronto sindacale.  

 

Il CCNL si è fatto carico di portare a soluzione il problema degli assistenti amministrativi facenti funzione: utilizzando una modifica recentemente introdotta al D.Lgs 165/2001 è stata prevista una procedura che consentirà a coloro che sono stati utilizzati per almeno 3 anni nel profilo di DSGA, anche in assenza del ri-chiesto titolo di studio, di ottenere l’inquadramento nell’area dei funzionari ed elevate qualificazioni.  

 

Per l’area professionale degli assistenti amministrativi, in ragione della sempre maggiore delicatezza della mansione, sono stati incrementati i requisiti necessari per accedere: accanto al titolo di studio sarà ora richiesta, anche una certificazione di alfabetizzazione digitale.  

 

Per il personale collaboratore scolastico è stato introdotto un meccanismo di sviluppo professionale che consente, a domanda e previa partecipazione ad una procedura comparativa, di accedere alla nuova area degli Operatori scolastici, cui corrisponderà un livello retributivo maggiore, accompagnato anche da compiti di collaborazione con gli uffici amministrativi e tecnici.  

 

Il nuovo testo contrattuale si caratterizza anche per la riattivazione delle posizioni economiche che, grazie quasi esclusivamente all’azione della CISL Scuola, ora vengono anche incrementate di valore e garantite attraverso l’istituzione di un apposito fondo e il mantenimento degli incarichi specifici. Oggi entrano a far parte, a pieno titolo, delle relazioni sindacali a livello di istituto, dato che i criteri di attribuzione sono divenuti oggetto di confronto.  

 

Una parola ancora deve essere spesa per quanto riguarda la mobilità professionale verticale (tra un’area e l’altra). La CISL Scuola, insieme alle altre organizzazioni, ha riattivato tale meccanismo di valorizzazione del personale che consente, in forza del titolo posseduto o dell’esperienza maturata, di accedere a profili professionali diversi da quelli di titolarità.   Tutte conquiste, sul piano sindacale come anche sul versante della valorizzazione professionale e personale, raggiunte esclusivamente grazie alla tenacia della CISL Scuola che, in quasi due anni di contrattazione al tavolo dell’ARAN, ha saputo condurre un’azione finalizzata al conseguimento dei migliori risultati possibili.  

 

Resta ancora molto da fare, specie sul terreno della formazione e dell’investi-mento sullo sviluppo delle nuove aree professionali: la strada, però, è finalmente tracciata e anche il personale ATA potrà recitare, a pieno titolo, un ruolo da protagonista della comunità educante. 

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