autonomia
Parlare di autonomia, per chi è nella CISL, significa evocarne uno dei principi fondativi, da sempre fondamentale e costitutivo dell’identità di un’organizzazione che, proprio in nome dell’autonomia, fu fondata cinquantatré anni fa – ponendo fine all’esperienza post bellica del sindacato unico – da chi non poteva più accettare che l’azione sindacale fosse condizionata da logiche e finalità di natura politica, in una confusione di ruoli tra sindacato e partito in cui era poi quest’ultimo, di fatto, a orientare i percorsi e le scelte. Autonomia come tratto distintivo e valore irrinunciabile per il nostro sindacato, che significa indipendenza di giudizio, libertà d’azione, rifiuto di ogni forma di subalternità o anche solo di condizionamento rispetto a controparti e soggetti esterni, in primis governi e forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione. Autonomia che non è sinonimo di indifferenza, poiché non manca certamente la capacità di discernere il contenuto e la qualità delle proposte, ma che consente di confrontarsi in modo aperto e senza pregiudiziali, senza acquiescenze né ostilità preconcette, quale che sia il contesto politico di riferimento. Non è compito del sindacato dare o togliere la fiducia ai governi: azione sindacale e azione politica seguono piani diversi, con una distinzione di cui è sempre necessario tenere conto.
Seminario formativo 20/06/2023
Alfonso Celotto
Autonomia differenziata, DDL Calderoli e unitarietà del sistema scolastico
Regionalizzare completamente la programmazione del sistema scolastico non è irrilevante sull’unità nazionale. Si corre il rischio di una profonda divisione tra i cittadini: la qualità dell’istruzione impartita varierebbe da Regione a Regione. Entro quali limiti un intervento di differenziazione in materia è conforme alla Costituzione?
Giorgio Vittadini
Autonomia, perché la scuola viva
I numeri della scuola italiana confrontati con quelle di altre nazioni sono impietosi a riguardo di tassi di iscritti e diplomati, dispersione scolastica, risultati INVALSI e OCSE-Pisa di alcune regioni e tipi di istituti, assenza di motivazione dei giovani.
Una quantità crescente di investimenti nei sistemi di istruzione e formazione non è di per sé sufficiente a migliorare i risultati scolastici: uno studio di Erik Hanushek, condotto sui dati OCSE-Pisa del 2011, ha dimostrato che la correlazione tra la spesa per l’istruzione e l’incremento di capitale umano è molto bassa.
Il disegno di legge sull’autonomia Regionale differenziata pone certamente un tema complesso e divisivo che va affrontato con equilibrio, nel contemperamento del principio dell’unità/indivisibilità della nostra Comunità nazionale con quello della promozione delle autonomie territoriali, delle Regioni ma anche degli enti locali (articoli 5 e 118 Costituzione), utili a meglio finalizzare le risposte agli specifici bisogni di territori con caratteristiche molto differenziate purché, ovviamente, in un quadro di garanzia degli interessi nazionali e della coesione sociale.
Il Trentino rappresenta da tempo un unicum nel panorama nazionale per quanto riguarda il proprio sistema di istruzione e di formazione, non solo in termini di performances e di efficacia, ma anche in termini di modello di autonomia, che ha portato progressivamente ad una provincializzazione della scuola, configurando un sistema unitario comprendente sia l’istruzione (inclusa l’educazione degli adulti), sia la formazione professionale iniziale, fino ai percorsi di “alta formazione professionale” (l’equivalente in Italia degli attuali ITS Academy)
Per quanto la prospettiva dell’autonomia differenziata, di per sé, non debba essere considerata in termini negativi, ove almeno si convenga che una maggiore autonomia significa anzitutto maggiore democrazia a livello locale, perché consente di rafforzare la capacità di autogoverno di quella comunità stanziata sul territorio che ha nella Regione l’istituzione rappresentativa delle proprie esigenze e dei propri bisogni, l’attuazione del regionalismo differenziato in materia di istruzione suscita, nondimeno, serie perplessità.
Anna Armone
Ricomporre il puzzle del sistema scolastico, è possibile?
È cosa nota che la politica affronta la tematica del sistema scolastico, intervenendo puntualmente su singoli aspetti problematici. Questo atteggiamento non è imputabile ad un governo di destra o di sinistra, ma fa parte della profonda e radicata cultura politico-istituzionale dei soggetti che governano il nostro paese.
Elio Formosa
Istruzione e Formazione professionale: come non
si fa l'Autonomia
Per chi si occupa di scuola, l’aggettivo “differenziata” richiama alla mente un periodo nel quale gli studenti meno capaci erano destinati alle classi cosiddette “differenziate”. Tale separazione, ritenuta allora necessaria, aveva lo scopo di garantire ed isolare allo stesso tempo i più fortunati dai meno fortunati, ovvero da quelli che avevano, per più ragioni, stili cognitivi e capacità di apprendimento e spesso uno status sociale non adeguati ai programmi ministeriali e ai ritmi dei più meritevoli.
INTERVISTA a
IGNAZIO GANGA